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    mercoledì 29 febbraio 2012

    IAMX, Volatile Times



    (2011; Genere: Indietronica)

    La vena elettronica di IAMX non è la stessa di quando Chris Corner era parte degli Sneaker Pimps, ma è qui diluita sapientemente nel Rock e nel Pop, accattivanti, di chi ha qualcosa da dire e ne è consapevole.
    Esempio perfetto è "Music People", che risplende di sensualità in un cocktail sonoro che cattura già al primo ascolto e ti trascina, col cuore in gola, fino alla folle accelerazione finale. Così come l'orecchiabile singolo "Volatile Times", manifesto apocalittico della fragilità umana nel contesto di tutto ciò che la circonda. Sound pienamente Industrial, come enfatizzato nell'oscuro videoclip.

    C'è un sapore impermeabile e straordinario che si avvolge intorno all'ascoltatore ogni qualvolta la musica di Chris Corner prende vita, in qualsiasi delle sue vesti si trovi. E' una voluttà oscura, che ti strappa i vestiti di dosso, ma è quasi drammatica. Ha un piacevole e smanioso retrogusto Noir. Eppure riesce ad essere catartico, a suo modo.

    In "Volatile Times" le influenze musicali altrui si sentono, soprattutto nella tendenza al Dream Pop e Synth Pop di stampo ottantino. In "Fire and Whispers", infatti, l'andamento è quello surreale a là Depeche Mode, mentre in "Dance with Me" gli echi inquieti e caldi dei Nine Inch Nails sono più che vicini. Anche se quest'ultimo è uno dei brani migliori del disco, soprattutto quando sul finale va a sfociare in una cascata di archi magniloquenti.


    Una canzone del disco che certamente può far discutere è "Bernadette": al limite tra il cabarettistico e il dark, tra l'istrionico e il buffo. Con un qualcosa di tremendamente esoterico, nella musicalità e nelle parole ("tuning out the poison/ every waking day/ intolerance to overcome").
    Dopo aver conquistato "la chiave di Bernadette", ci facciamo largo per i fantasmi della nebbiosa e splendida "Commanded by the voice" che nella sua particolarità risulta un gioiello ben assestato in questa collana di brani che vanno a comporre il quarto album di IAMX. E ci viene incontro "Ghost of Utopia", coi suoi cambi dinamici, le sue turbe e la frenesia gravida di rumori che ci circonda ogni giorno. Poco importa se il ritornello del brano a tratti ricorda quello di "Split it out", singolo di un precedente album.

    La musica di Chris Corner è sempre un aggirarsi intorno alle debolezze umane. E' sempre un vagheggiamento ben costruito nelle sinuosità della mente. E' un'allucinazione di carne e passione, ambiguità e tenebre, sesso e meraviglia. Anche quando si è immersi nel delirio rumoroso e compulsivo di "Into Asyan" (a tratti non vi ricorda i Blur caotici di "Blur" e "13"?) e "Cold Red Light", prima di lasciarci cullare dalla conclusiva "Oh Beautiful Town". Una ballata malinconica, che lascia spazio a intime riflessioni...così struggente, con quel tocco di appassionata epicità. Rimaniamo anche noi, estasiati, con gli occhi rivolti verso il nulla, ad immaginare la "bellissima città", che nella mente si ricostruisce poco a poco, pezzo per pezzo, mattone su mattone... Non un rudere volatilizzato dall'uomo, bensì un'ardente città di speranza.
    Non la realtà, la fantasia.


    Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Ghost of Utopia".


    IAMX, "Volatile Times" : 8



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